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IL CASO DELLA CANTANTE SOPRANO
FLORENCE FOSTER JENKINS2 novembre 2017
/di Mag
Alcune sere fa mi sono imbattuta nella visione televisiva del “curioso” film “MARGUERITE” diretto da Catherine Frot, film girato nel 2015 e liberamente ispirato alla vita della cantante soprano Florence Foster Jenkins.
Film che definisco “curioso”, per non dire “ironico”, perché la soprano di Philadelphia Jenkins divenne celebre in un modo piuttosto “atipico”: ella, pur essendo piuttosto stonata con poco senso del ritmo ossia amusica, era molto ricercata dal pubblico e tenne diversi concerti e spettacoli arrivando ad esibirsi nel 1944, con il tutto esaurito, alla Carnegie Hall di New York!
Chi avesse mai assistito ad una qualsiasi delle sue esibizioni si sarebbe subito reso conto che La Foster era a malapena in grado di intonare una facile melodia ed i musicisti accompagnatori facevano continue evoluzioni ed aggiustamenti per correggere le sue variazioni di tempo ed i suoi macroscopici errori ritmici.
Ella si presentava in pubblico indossando costumi da lei ideati e disegnati e, talvolta, con ali e paillettes gettando fiori al pubblico, mentre agitava un ventaglio e inforcava altri variopinti fiori tra i capelli.
E’ evidente che Il suo pubblico la amava per il divertimento che forniva, più che per le sue doti canore e così i critici, servili nei confronti degli impresari teatrali, la descrivevano in modo ambiguo per creare l’idea del fenomeno e per stuzzicare la curiosità del pubblico.
Nonostante la propria palese mancanza di abilità vocale, la Jenkins era fermamente convinta della propria grandezza e spesso si paragonava positivamente ai più noti soprani del tempo, quanto poi alle critiche e alle risa, che spesso si levavano dal pubblico che assisteva alle sue performance, ella le liquidava additandole come il prodotto della “gelosia professionale” delle sue rivali.
Il suo successo e l’ammirazione del pubblico perdurò per quasi trent’anni e si concluse con il grande evento Concerto dell’ottobre 1944 al Carnegie Hall, durante il quale la cantante venne sonoramente derisa ed anche i critici la stroncarono in maniera definitiva.
La soprano, si sussurra, piegata dal dispiacere per l’inatteso insuccesso, morì un mese dopo quel grande evento.
Ma poi in fondo la Jenkins, ereditata un’ ingente somma di denaro alla morte del padre, riuscì a realizzare comunque una brillante carriera di cantante lirica, realizzando il proprio sogno di vita, e alla faccia di chi la criticava lei rispondeva :
”La gente può anche dire che non so cantare, ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato”.
IL MUSICO
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