Innanzitutto non mi piace solo la musica classica ma in genere tutta la musica che risveglia in me l’immaginazione ed il pensiero astratto, ma la musica classica fa molto di più, essa migliora la mia attenzione,  ed accresce la mia sensibilità acustica e questo dipende prettamente dal fatto che la musica classica ha una natura linguistica.

Prestando molta attenzione quando si ascolta un brano di musica classica, ci si rende facilmente conto che è costruito e si sviluppa con delle relazioni ritmiche ed armoniche, ascoltandolo poi più volte,  si impara,  dopo un po’ di pratica,  a distinguere:  temi, fraseggi, timbri, colori, forme.

Acquisita questa forma particolare di sensibilità acustica, che possiamo di certo definire abilità,  prenderemo coscienza che IL NOSTRO PERSONALE PIACERE è sorretto e generato da una serie di rapporti tra note e pause, suoni e silenzi, consonanze che s’imbattono in dissonanze, dissonanze che si sciolgono in consonanze, tensioni e rilassamenti che si alternano in continuazione, simmetrie ed asimmetrie che si smascherano  alle nostre attente orecchie, poi pieni e vuoti sonori, forti e pianissimi,  ritmi gravi fino a frenetici ritmi infuocati, legati e staccati, appoggiati, marcati, pizzicati ….

Così come accade di fronte ad una grande architettura di Renzo Piano, dove tutta la “materia” si vede e quindi tutto sembra più facile da capire, anche la musica classica, svelandoci a poco a poco la sua magia,  realizzerà il proprio compimento e affinerà il nostro palato acustico musicale.

Noi tutti abbiamo sempre bisogno di immagini e storie  da seguire, da pensare, da raccontare.

La musica in genere ci fa capire meglio anche noi stessi e fare musica insieme ad altri ci suggerisce il senso del rispetto e della collaborazione, ci da forza nella lotta, ci fa resistere ma poi, ci fa respirare meglio, ci fa mangiare meglio, ci fa dormire meglio e pure fare l’amore meglio ….. e poi sognare, sognare e sognare  …….  

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